Pasto da Casa: Facciamo Chiarezza
La vicenda del panino da casa inizia nel 2013.
Un gruppo di famiglie creò il comitato “Caro Mensa” : fecero ricorso al Tar per l’aumento delle tariffe e avviarono una battaglia legale contro Comune e MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) per vedersi riconosciuto il diritto a far portare a scuola il cibo preparato a casa.
Il Tribunale Amministrativo del Piemonte dapprima bocciò la richiesta e poi, nel giugno scorso, la Corte d’Appello di Torino diede ragione alle 58 famiglie che hanno proseguito questa battaglia, estendendo il diritto del pasto da casa a tutti coloro che ne avessero fatto richiesta.
Poiché le sentenze si applicano e non si commentano ci chiediamo, a distanza di molti mesi, cos’abbia fatto al riguardo l’Amministrazione di Moncalieri e la risposta è sotto gli occhi di tutti: sono stati pubblicati due comunicati assolutamente generici finalizzati esclusivamente a prendere tempo, l’ultimo dei quali il 9 gennaio scorso, contenente soltanto l’indicazione che “a partire dal mese di febbraio 2017” sarebbe stato possibile fruire del pasto da casa. Nessun cenno a quali condizioni e con quali modalità.
Non è giustificabile in alcun modo l’atteggiamento del Sindaco Montagna e dell’Assessore Messina che, in tutti questi mesi, non hanno fatto altro che temporeggiare e tacere senza decidere il da farsi.
Il risultato è stato che alcuni Istituti comprensivi (come Santa Maria) si sono premurati di fare un incontro informativo con le famiglie ed hanno fissato autonomamente dei criteri e delle scadenze per poter dar seguito alle sentenze garantendo, al contempo, un servizio mensa in sicurezza per tutti.
A fronte di questa situazione a dir poco confusa, abbiamo ritenuto fondamentale richiedere il 27 gennaio scorso la convocazione di una Commissione ad hoc in cui discutere dell’argomento in maniera trasparente ed alla presenza di tutti i Dirigenti Scolastici e dei Presidenti dei diversi consigli d’Istituto.
Pertanto attendiamo di poterci confrontare all’interno della Commissione e capire quali sono i criteri e le modalità adottate per permettere agli studenti di consumare il pasto da casa visto che, fino ad oggi, non sono pervenute informazioni al riguardo da parte del Comune che, di fatto, ha disatteso l’applicazione di una sentenza e limitato la libertà di scelta delle famiglie.